Un “sapere” che media tra conoscenze e interessi

La capacità di aggregazione tipica del design è confermata dalla cronaca del Simposio “The Future of Packaging Design”: un confronto aperto sull’innovazione nel design ma, soprattutto, sui driver che ne sostengono lo sviluppo in chiave sostenibile. Buone le premesse  per l’istituzione di un Osservatorio Permanente, coordinato dall’Advanced Design Unit dell’Università di Bologna.
Flaviano Celaschi, Clara Giardina

Future_Packaging_Design_APE.pngIl 6 dicembre  scorso, la Fondazione Golinelli di Bologna ha ospitato il primo Simposio Internazionale sui temi dell’innovazione nel settore packaging, organizzato dall’Università di Bologna e intitolato “The Future of Packaging Design. Towards a smart and sustainable era”.
Oltre 250 gli intervenuti, provenienti da 95 aziende della Packaging Valley e da una decina di atenei italiani e stranieri.

Il gruppo di Advanced Design dell’Alma Mater Studiorum ha dato vita a una ricerca quali-quantitativa che, in 6 mesi, ha raccolto oltre 330 casi di innovazione del packaging segnalati da più di 80 osservatori internazionali.

I dati sono stati raccolti e sistematizzati in un Research Report, illustrato durante il Simposio da Clara Giardina, Research Fellow e coordinatrice della ricerca insieme al professor Flaviano Celaschi che l’ha diretta scientificamente.
La ricerca ha fatto emergere sei driver principali di innovazione, fornendo originali chiavi di lettura su temi rilevanti - materiali, tracciabilità, circolarità, value network - e abbinando a ognuno di loro dei “Design Alert”, ovvero dei suggerimenti operativi alle aziende per tradurli in progetto.

Obiettivo del Simposio. Verificare l’interesse alla creazione a Bologna di un Osservatorio Permanente sull’Innovazione del Packaging che, a partire dalla sensibilità del design, possa mettere insieme i saperi dei vari settori scientifici e tecnologici coinvolti nella complessa filiera del packaging, istituendo un’organizzazione capace di raccogliere, elaborare e veicolare in continuo conoscenza ed esperienze in fatto di innovazione. All’esplicita richiesta di sostegno, ha aderito un cospicuo numero di istituzioni pubbliche, università, imprese, ricercatori e docenti, presenti all’incontro.
L’auspicio comune è che l’Osservatorio Permanente diventi un’organizzazione radicata nel territorio emiliano-romagnolo, coordinata da Advanced Design Unit Università di Bologna e che, grazie alle relazioni con le istituzioni nazionali e locali, si  sviluppi a partire da una logica di adesione “Freemium”, con accesso gratuito alle informazioni generali e a rapporti di analisi periodici, e con accesso riservato ai soggetti associati (imprese, istituzioni, ricercatori) per un livello più approfondito, fino allo sviluppo di un livello “custom” di ricerca e condivisione analitica, basato su richieste specifiche e mirate al singolo problema.

Gli approfondimenti
Ad articolare la giornata del Simposio sono stati chiamati sei esperti globali sul tema, selezionati a partire dai casi studio secondo un’analisi multifattoriale, e si è dato spazio alle innovazioni e alle logiche portate avanti da 7 importanti realtà di settore che operano nella Packaging Valley emiliano romagnola.
Il Simposio è stato diretto da un Comitato scientifico composto, oltre che dal prof. Celaschi e Clara Giardina, dai professori Silvia Barbero (Politecnico di Torino), Erik Ciravegna (Pontificia Universidad Catolica de Chile), Franco Fassio (Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo). La giornata,  patrocinata da Comune di Bologna, Politecnico di Torino, Pontificia Universidad Católica de Chile e Università degli studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, è stata sponsorizzata da Conai e ha avuto ItaliaImballaggio come Media Partner.

In mattinata
► Dopo i saluti e l’apertura dei lavori, il primo ospite è stato Simon Jones, SVP Sales di EVRYTHNG, di recente nominata fra le 50 aziende più “disruptive” del Regno Unito. Il suo intervento è stato cruciale per comprendere come un packaging connesso possa veicolare sostenibilità e circolarità nell’industria dei prodotti di consumo. Molti i casi studio che hanno dimostrato come dei prodotti #BornDigital (loro cavallo di battaglia) possano essere agevolmente tracciati e costituire un canale mediatico privilegiato con il consumatore lungo tutta la filiera, fornendo informazioni che possono garantire tracciabilità e circolarità, dall’approvvigionamento della materia fino allo smaltimento del prodotto.

Tommaso Maschera ha portato l’esperienza di Plug And Play (di cui è Venture Associate), la più grande piattaforma di innovazione al mondo e il più attivo acceleratore di start up, nata nella Silicon Valley e che ha da quest’anno anche una sede in Italia.
Ha quindi potuto fornire lo stato dell’arte nell’innovazione aziendale nel settore packaging, rilevando come sia in crescita la domanda di innovazioni in packaging attivo, intelligente e sostenibile.

►  Yuval Ben-Yehuda (Sales Manager di TIPA®, start up israeliana che sta lavorando con Plug And Play nel programma Food and Beverage di Milano) ha mostrato una soluzione di imballaggio flessibile e compostabile altamente performante per applicazioni alimentari.

Repack.png►  Grande interesse anche per il contributo di Christof Trowitz, Business Developer in RePack, azienda finlandese che ha inventato e introdotto un servizio di packaging riusabile per l’e-commerce. RePack permette di “chiudere il cerchio” con il reso del packaging per via postale, permettendo di ridurre del tutto i rifiuti e dell’80% le emissioni di CO2, grazie anche a incentivi ai consumatori con Rewards.

►  Riuso e tecnologie digitali sono alla base dell’idea dell’azienda ceca MIWA (acronimo di Minimun Waste), che ha sviluppato un imballaggio riutilizzabile con RFID integrati e ha innovato la distribuzione di prodotti secchi e liquidi sfusi, grazie alla progettazione di dosatori intelligenti da installare nei negozi.
Petr Baça ha mostrato come l’efficienza operativa basata sui dati, e la focalizzazione su tracciabilità della qualità del marchio e del prodotto, consenta di realizzare vendite “packaging free” per i brand e la grande distribuzione.

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►  Ha chiuso la mattinata Augustìn Correa, Responsabile Ricerca, Sviluppo e Innovazione di Triciclos, società di ingegneria economica circolare con sede a Santiago del Cile, che è stata in grado negli anni di integrare dati e competenze diverse: stazioni di riciclaggio, programmi di formazione, consulenza e sviluppo di nuovi prodotti, l’hanno resa leader di un’ondata di cambiamenti verso l’economia circolare in tutta l’area di suo intervento.
Loro ultimo progetto è ReGO, una macchina che miniaturizza il riciclaggio e in tempo reale trasforma rifiuti (bicchieri di yogurt) in plastica da iniezione per realizzare blocchetti di costruzione giocattolo.

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Di pomeriggio
► La sessione pomeridiana è stata introdotta da Erik Ciravegna, Professore della Scuola di Design della Pontificia Universidad Católica de Chile e Visiting Professor dell’Università di Bologna, che ha presentato una ricerca intitolata “The Good Packaging”: un approccio sistemico ed etico all’innovazione di design nel settore, che vuole promuovere la progettazione, la produzione e l’uso di soluzioni di packaging non solo efficaci dal punto di vista comunicativo e tecnologicamente avanzate, ma anche più sostenibili e socialmente responsabili.

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►  Simona Fontana, responsabile del Centro Studi e Area Prevenzione CONAI (che ha sponsorizzato la giornata e sosterrà il futuro Osservatorio) ha poi  presentato la roadmap Conai per l’imballaggio sostenibile:  linee guida che illustrano i fattori chiave su cui si sviluppa una strategia concreta per aumentare il valore ambientale del packaging.

► A seguire, i rappresentanti di sette aziende localizzate nella Packaging Valley hanno presentato le proprie strategie in materia fino a chiusura lavori.
 
- Carlo Andriolo, di Aliplast (Gruppo Hera), società che opera da 30 anni nel riciclo della plastica ed è uno degli operatori più grandi a livello europeo - ha fatto presente di come l’ecodesign abbia un ruolo chiave nel garantire che gli imballaggi di plastica siano effettivamente e ampiamente riciclati.

- Giorgia Mainardi, Responsabile Innovazione, ha presentato tre diverse iniziative sull’innovazione sostenibile che Amadori sta portando avanti con una task force dedicata: The Green Packaging Challenge, una “call for ideas” per i fornitori di packaging dell’azienda; Matcher, un’iniziativa regionale incentrata su soluzioni innovative, e un programma internazionale di accelerazione.

- L’intervento di Giacomo Canali, Packaging Research & Sustainability Manager di Barilla, si è incentrato sul “Barilla Sustainable Packaging Journey” fino all’ambiziosa Roadmap dell’azienda, con una panoramica sui principi del packaging sostenibile dell’azienda, che rendono concreto il claim “Buono per te, Buono per il pianeta”.

Coop_0.png- La COOP Experience presentata da Chiara Faenza, Responsabile Innovazione Sostenibilità e Valori di COOP, è un approccio multistakeholder su materiali ed economia circolare: contenuto e contenitore di un prodotto di marca devono essere portatori degli stessi valori. Sostenibilità ed economia circolare sono valori fondamentali dell’azienda, rilanciati con l’ultima campagna “Coop per l’ambiente”.  Coop ha aderito anche alla Pledging Campaign EU e ha firmato “the Circular Plastic Alliance”, per  promuovere la riduzione dei materiali plastici, aumentare la diffusione dei materiali plastici riciclati e stimolare l’innovazione nel mercato.

- Unica start up tra le aziende del territorio, Hooro - rappresentata dall’AD e Responsabile R&S Saverio Ermanno Lorè - ha presentato il prodotto/servizio di propria invenzione che, attraverso nuove tecnologie, abilita la Shelf Analytics a sostegno della sostenibilità, in particolare nelle aree degli acquisti e della supply chain, della logistica, dei trasporti e dei consumi energetici.

- Matteo Mingardi, Responsabile Innovazione di Pelliconi (produttore mondiale di chiusure metalliche per il settore bevande) ha raccontato attraverso casi studio sviluppati dall’azienda, come il digitale renda i prodotti e gli imballaggi preziosi, attraverso consumer engagement, personalizzazione e tracciabilità.

- Ha chiuso la giornata Roberto Saponelli, R&D and Research Funding Manager di Protesta - SACMI, mostrando come la necessità di sviluppare prodotti sempre più performanti richieda l’utilizzo di tecniche di simulazione virtuale, che permettono di ottenere soluzioni non raggiungibili con i modelli di pianificazione tradizionali. Ha inoltre messo in luce il ruolo chiave dei designer nel loro team, rimarcando la necessità di introdurre il design nel processi di innovazione all’interno delle aziende del settore packaging.

In conclusione
Chimica, fisica, economia, biologia, ingegneria e arte possono essere tenute vicine e insieme dalla “cultura” del progetto.
Il design infatti è per eccellenza una disciplina aggregante perché non dispone di sapere verticale proprio, ma nella sua necessità elementare di sintesi di conoscenze di altri settori si apre al dialogo finalizzato allo sfruttamento produttivo e culturale delle conoscenze. Un sapere mediatore tra saperi e tra interessi (ICSID 1954; Celaschi, 2008).

Flaviano Celaschi
Professore ordinario Dip. Architettura, Disegno Industriale,  Università di Bologna

Clara Giardina
Research Fellow, Dip. Architettura, Università di Bologna

 

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