Nuceria: pensiero e sentimento

Editoriale di Stefano Lavorini.

Entrare in un’azienda è come sfogliare a caso un libro recuperato da uno scaffale, aprire una finestra su un mondo di inconosciute meraviglie, di sentimenti potenti occultati, di panorami emotivi insospettati.

Certo, c’è il fare prodotti - nel caso del nuovo stabilimento di Nuceria a Salerno, astucci di cartoncino, wet glue e shrink sleeves - ma i muri, l’organizzazione degli spazi, i vuoti dei magazzini e i pieni delle macchine sono prima di tutto testimoni di un passaggio, di una presenza che percorre il mondo in forma di azione, di gesto, di parola.
Una presenza che ha l’obiettivo di consegnare all’attualità le fantasie e i desideri di persone che vogliono sfidare il tempo e la storia, i preconcetti e le ovvietà di una trita tradizione.

È il caso di Paola Iannone, responsabile commerciale area folding dell’azienda, a cui ben si addice quanto scrive Edgar Allan Poe in “Tre Donne” a proposito di Mademoiselle Sallé, “tutti i suoi passi erano sentimenti”. Senza ovviamente che questo significhi tralasciare i tanti obiettivi concreti da raggiungere, come sa peraltro ben rissumere: «Molti hanno una missione, pochi hanno una visione. Noi abbiamo una passione. Oggi, dopo 30 anni di presenza sul mercato, siamo un team di 300 persone, che anticipano nuove soluzioni per i consumatori finali, cogliendo le sfide dei nostri partner. Perché, in fondo, non siamo più fabbrica, non siamo più azienda e neanche gruppo, noi siamo creatività. Lo testimonia anche il progetto CuBBo che stiamo lanciando: un contenitore creativo per dare spazio a menti brillanti attraverso progetti di arte, cultura ed educazione. Una sorta di hub per riscoprire la dimensione sociale dell’azienda e promuovere servizi integrati funzionali alla crescita sostenibile».

Al centro… del mondo
Varco l’ingresso del nuovo stabilimento, entrato in funzione a inizio 2016: 30 mila metri quadrati nella zona industriale di Salerno, frutto di un investimento di 15 milioni di euro.
Tutto appare subito ordinato e curato nei dettagli, con in più un tocco di buon gusto che ingentilisce gli elementi di sostanza dell’impianto: in precedenza adibito ad altre produzioni, è stato ristrutturato e riconfigurato con grande attenzione all’ottimizzazione lineare dei flussi.

Trovo al centro dell’impianto un ampio spazio con vista su ogni reparto - dove operano grafici, tecnici di produzioni e planning e commerciali, in una quotidianità fatta di coinvolgimento e condivisione: «Una rivisitazione di concetti americano-giapponesi» mi spiega il direttore tecnico del sito, Diego Matarazzo.
Parte integrante della produzione, questa cabina di regia è preposta al controllo funzionale di quanto accade intorno: dalla stampa alla fustellatura fino alle aree di stoccaggio planovolumetriche dei materiali, organizzate non solo per codice prodotto ma per pallet.  
Il sistema automatizzato comprende lettori a radiofrequenza e tag, che vengono applicati ai bancali, così da assicurare la tracciabilità dei lotti di produzione. Il materiale, inoltre, viene posizionato su aree di diverso colore, che ne indica lo “stato” a sottolineare tra tante l’applicazione della filosofia lean.

La formula del fare
Un tempio di razionalità ed efficienza, con attrezzature per la stampa e la cartotecnica allo stato dell'arte e al top di gamma (la macchina più vecchia è del 2012). Ma lo stabilimento di Salerno è anche polo strategico per la crescita della divisione di Nuceria, focalizzata sull'imballaggio flessibile, e in particolare sulla produzione di shrink sleevs, già peraltro stampate a Milano e a Torino anche in digitale.
Allo scopo è stata infatti installata una nuova Bobst 670 width, a 14 colori flexo combinata: «Non vogliamo fare sleeve convenzionali - precisa Paola Iannone - ma prodotti con finishing speciali per applicazioni che amiamo definire “oltre premium”, stampe serializzate, effetti serigrafici e cast & cure».
Con premura sono quindi guidato verso il reparto stampa e mi accorgo che tutti gli addetti continuano a lavorare con cura, impegno e scrupolosità, senza quasi accorgersi della nostra presenza: tamquam non esset (come se non esistesse, Ndr.).

Le unità di stampa offset a 6 colori sono tutte uguali, differenziate per la diversa altezza in funzione delle tirature, il che consente una job rotation molto spinta, in coerenza con il precetto aziendale che le macchine sono macchine e che sono gli uomini a dare valore aggiunto alla produzione.
Nel secondo semestre 2017 è prevista l’installazione di una terza linea di produzione, destinata a portare la capacità produttiva “libera” al 35%, una scelta aziendale che intende garantire massima flessibilità.
Macchine specializzate per lavorare con inchiostri vegetali (per prodotti food contact) o esclusivamente con inchiostri “low migration” per altre applicazioni.
Uscita lunga per tutte, così da evitare stress termici ai materiali e assicurare la planarità dei fogli di cartone, da 100 a 500 g/m2, e di PP cavitato da 38,5 g/m2 e 50 micron di spessore, vista la vocazione della produzione anche agli IML.

Anche nel reparto fustellatura, cordonatura e incollaggio, la stessa attenzione all’automazione delle lavorazioni, sia che si tratti di astucci di cartoncino sia di etichette sagomate in carta monopatinata da 80 g/m2 o in-mould label di polipropilene.
Un esempio illuminante è offerto dall’utilizzo di un sistema di trattamento al plasma, messo a punto internamente, che consente di incollare astucci farmaceutici di cartoncino laminato poliestere con normalissime colle viniliche, più environmental friendly rispetto agli adesivi a solvente o hot melt.

Fabbrica di attenzioni
Ovunque si respira un’atmosfera in cui il lavoro, lo sforzo e la volontà rappresentano il metro di giudizio per valutare i comportamenti. Non a caso,  Voltaire diceva che “il lavoro allontana l’uomo dai tre grandi mali: la noia, il vizio e il bisogno”.
Nel caso di Nuceria, però, non c’è solo attenzione alla sostenibilità economica, ma anche a quella ambientale: per la promozione di materiali green, per il sistema di recupero interno delle acque e per il recupero degli sfridi del ciclo produttivo attraverso un sistema di aspirazione automatizzato.

«Una cosa è realizzare un prodotto riciclabile, come un astuccio in cartoncino vergine; altro è produrlo in modo sostenibile, che è il nostro fare. Perché verde non è solo un colore, ma uno stato d’animo» interviene Guido Iannone, general manager del gruppo, sottolineando tra l’altro che l’energia elettrica utilizzata è generata da un impianto fotovoltaico installato nel sito produttivo di Nocera.

Linee guida che assumono tanto più valore in una terra di contrasti, in cui non è sempre facile coniugare natura, ordine e morale. A questo proposito interviene il fondatore e CEO di Nuceria, Antonio Iannone: «Avremmo potuto scegliere di aprire questo stabilimento in qualsiasi parte d’Italia o del mondo, e invece siamo tornati a casa pur avendo ramificazioni in luoghi molto lontani. Lo abbiamo fatto per uno scopo preciso: valorizzare le nostre radici e ringraziare questo territorio. Trent’anni fa essere del sud, lavorare e investire nel Mezzogiorno erano ragioni sufficienti per non essere considerati un buon cliente o un buon fornitore. Negli anni, con il coltello tra i denti, abbiamo conquistato quote di mercato, abbiamo investito diversificando i prodotti, lottando contro quell'idea così mortificante. Portiamo a casa nostra clienti multinazionali come J&J, Colgate, PG, Fater, Menarini, Angelini, Abbvie, Paglieri Profumi. Oggi lanciamo un messaggio forte: siamo parte di un “Mezzogiorno illuminato”».

Difficile ma possibile, dunque, per chi ha avuto il tempo di desiderare di fare bene, anzi meglio. Oggi Nuceria serve in prevalenza clienti multinazionali con consegne settimanali nel cuore dell’Europa, con un'offerta multiprodotto, puntando a confermare un servizio fatto di innovazione, competitività e velocità.
Risultati da ascrivere, probabilmente, anche alla capacità di saper guardare e pensare al processo di stampa in modo diverso - come mi suggerisce Matarazzo - oppure studiando nuovi criteri di serializzazione, che prevedano l’integrazione di tecnologie tradizionali e digitali.

L’obiettivo dichiarato, in ogni caso, è essere sempre più propositivi nel rapporto con i clienti, fino a suggerire cambiamenti di tipologie di imballaggio, dimostrando i benefici che possono derivare da scelte diverse.
«Partiamo dall’artwork che riceviamo, per proporre ad esempio delle alternative in termini funzionali… Nel momento in cui riusciamo a produrre non solo un nuovo stampato ma un nuovo packaging, possiamo dire di aver dato concretezza alla nostra missione».
Per questa ragione, in azienda, opera un team che si occupa solo di Ricerca & Sviluppo, e non di personalizzazione, anche in collaborazione con istituti universitari.

Progettare nuove soluzioni da proporre al mercato significa, secondo Paola Iannone «dedicare risorse in grado di ragionare non con l’ottica dei nostri clienti, ma dei consumatori finali, integrando le proprie competenze con quelle di altre realtà della filiera».  
In fondo, parafrasando quanto scrive il regista Paolo Sorrentino, è proprio vero che il talento è spostare la barriera dell’arte un pochino più in là, unendo il bello all’inedito. Questa è l’unica arma per sconfiggere la maniera.    

Nuceria Group: crescere è fare impresa

Vision e realtà di una società italiana che, grazie al dinamismo manageriale e alle strategie di medio periodo mirate al miglioramento continuo, è cresciuta negli ultimi anni in termini di fatturato a ritmi di gran lunga superiori rispetto alla media del settore (+15%), migliorando costantemente reddito operativo e solidità finanziaria.

La famiglia Iannone. Da sinistra: Guido, Antonio, Anna e Paola.

Nuceria rappresenta una realtà atipica nel panorama nazionale: grazie alla struttura multi-plant e multi-prodotto è infatti specializzata nella progettazione e realizzazione di soluzioni di packaging innovative, tra cui etichette e astucci per i settori food e pharma.

Come ama ripetere Guido Iannone, general manager del gruppo: «Per alcuni crescere è una scelta, per noi crescere è un imperativo morale. Non è mai trascorso un solo anno senza che sia stata installata una nuova linea, aperto un nuovo impianto, lanciato un nuovo prodotto, conquistato un nuovo mercato. Crescere per noi è davvero "fare impresa”».

Ma questo oggi significa anche costruire un’organizzazione efficiente, in grado di autoalimentarsi con progetti di miglioramento. In questa prospettiva è fondamentale puntare sui giovani, capaci di portare un contributo diverso all'interno del team, per creare nuove forme di packaging sempre più sostenibili.

Numeri, valori e fatti
Il Gruppo Nuceria ha chiuso l’esercizio 2016 con un fatturato consolidato di 62 milioni di euro, in crescita rispetto al precedente esercizio, e con un Ebitda margin del 10,1%.  Il 2016 è stato dunque il nono anno  consecutivo di crescita in termini di volumi e di quota di mercato. Il bilancio consolidato 2016 del Gruppo Nuceria include ovviamente i risultati della controllata Appia Etichette, acquisita nel corso del 2014 con l’obiettivo di incrementare il know-how nella stampa digitale e ampliare il mercato di riferimento, volgendo sempre più lo sguardo all’estero. Nel corso dell’esercizio il Gruppo ha effettuato investimenti in capacità produttive aggiuntive e dotazioni connesse per oltre 5 milioni di euro e ha investito in progetti di R&D circa il 4% del fatturato.

Tutte le divisioni aziendali hanno contribuito ai risultati positivi registrati nel corso dell’esercizio. In particolare, rispetto a quello precedente, la possibilità di  offrire un portafoglio ampliato di prodotti ha fatto nascere l’esigenza di un nuovo importante investimento. A inizio 2016 è stata infatti aperta una nuova cartotecnica a Salerno, che ha comportato un investimento totale di circa 15 milioni di euro, necessario all'installazione di nuove linee di produzione, tutte di ultima generazione.

Due sono le vocazioni di mercato dello stabilimento salernitano: l’area food, per la quale sono state inserite procedure GMP e linee dedicate, e l’area pharma.

 

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